Finalmente é arrivato il giorno, non sono reperibile sul lavoro ed é uscito il sole dopo piú un mese di pioggia. La moto nuova scalpita in garage per poter andare a fare un giro (giá, perché é la moto che scalpita, non io … ).

Perdo parte della mattinata per capire come montare la borsa da serbatoio, pazzesco, ho tutte le borse del mondo ma non ho ancora le staffe per montarle. Su questa il serbatoio é in plastica e le calamite della borsa non tengono. Alla fine ce la faccio e sono pronto a partire, destinazione Lago del Moncenisio, una delle mie strade preferite.

Parto, il caldo é giá insopportabile e sono solo le 11.30, chissá nel pomeriggio cosa diventerá ma tanto me ne vado in montagna (penso tra me e me). Mi sdraio un pó al sole, faccio due foto e la giornata é fatta. Rilassante, fuori dal mondo e dai problemi che ultimamente sembrano avermi preso di mira.

Arrivo a Susa, una cittá che ho frequentato per forse troppo tempo, invece di andare direttamente su al Moncenisio decido di fare un pó di rodaggio alle gomme. Sembra che il proprietario precedente proprio non avesse voglia di usarle se non in autostrada e decido per i tornanti di Gravere, il posto che piú si avvicina alla tenuta di una pista (ed i tanti incoscienti del sabato e della domenica dimostrano che lo sanno anche loro). Convinto di sfruttare le gomme al 100 per cento (tanto é un enduro, che mai ci vorrá a piegare ?) inizio ad affrontare i tornanti, ma con mia sorpresa, sia le gomme che la moto ne hanno piú di me (e parecchio). Decido di non strafare e mi dirigo verso il Moncenisio (S.S. 25) ma con mia grande sorpresa trovo un cartello di divieto di transito. Senza troppi commenti, solo divieto di transito sulla mia statale preferita. La giornata inizia storta, i miei piani sono giá in fumo.

Ormai sono qui e l’unica alternativa é salire a Ulzio, cosa che faccio con molta calma. Il mio morale non é dei migliori adesso, non vedo come la giornata possa cambiare piega. Sono in giro da solo, fa un caldo sahariano e sono su una strada che non gradisco e che non ho mai gradito, ma come sempre cerco di restare positivo.

Sosta a Ulzio, caffé e pit-stop e decido di andare avanti ancora un pezzo, insomma, é la mia prima uscita in solitaria dopo anni, un pó di tempo me lo posso anche prendere. Decido di arrivare fino al Monginevro.

Sorpresa, al Monginevro tutto é cambiato e non si passa piú in mezzo al paese, dove mi sarei fermato per fare inversione. Imbocco invece un tunnel che mi porta al di lá dell’abitato. Poco male, dovrebbe esserci una strada non male oltre il Monginevro. Decido di arrivare a Briancon e magari tornare da Bardonecchia, so che c’é una strada ma non so dove prenderla, qualcosa troveró.

Passo anche Briancon, non mi va di fermarmi in paese, mi fermo in una rotonda dove ci sono due ragazzi con un Guzzi (350 ?) che guardano la cartina. Chiedo dov’é la strada che porta a Bardonecchia e mi dicono “E’ avanti, c’é un cartello che indica Valle Stretta. Prendi quello e vai sicuro, la facciamo anche noi perchè tornare dal Moncenisio non si puó perché é chiuso”

Che dire, mi fido, hanno la cartina, sembrano conoscitori della zona e vado avanti. La strada continua, cartelli non se ne vedono, ma il tragitto é piacevole e ne faccio un tratto al seguito di un GS1200 a pieno carico. Resto impressionato dal fatto che per me é tutt’altro che facile tenere il suo passo. D’accordo, é la mia prima uscita, ma facevo il GS un moto piú tranquilla ed invece mi sorprende.

La strada continua, e perdo le speranze di girare per Bardonecchia, andiamo avanti.

Un cartello stradale, anzi due, attirano la mia attenzione: “Col de Lautaret”  , “Col du Galibier” . Quasi non ci credo, sono vicino a dei passi che ho sempre sognato e non potró farli, penso. Fará freddo, saranno lontani, non sulla mia strada, ed invece no. La strada era proprio quella del Galibier, e salendo salendo, seguendo il Guzzi di prima, per le strade ancora circondate di neve arriviamo in cima, a 2625 m. slm, un paradiso!

Giornata eccezionale, strada fantastica, moto incredibile. Adesso sono felice e la giornata ha preso la “piega” giusta … :D

Come altre cime importanti, anche questa é molto apprezzata dai ciclisti

Resta solo un problema, non so come tornare in Italia. Un ragazzo me lo spiega, devo andare avanti, seguire Modane, prendere per Lansleburg e poi Moncenisio. Dice che tanto non é un problema perché le moto possono passare anche se la strada è chiusa. Mi fido anche di lui.

Mi rimetto in sella, scendo dal Galibier, faccio il Telegraph e prendo direzione Modane. Che bello girare in Francia, le strade sono sempre tenute bene e pulite. Ogni tanto ci sono i Gendarmi ma vengono segnalati da chi arriva di fronte. Costeggio l’autostrada che porta al Frejus, la statale sembra un’autostrada tanto é larga e scorrevole.

Arrivato a Lansleburg e mi trovo davanti ad un cartello dove c’é scritto che l’accesso in Italia é interrotto causa strada rotta (perdonate la mia libera traduzione dal francese). Decido di proseguire comunque e convinco anche due ragazzi scozzesi a seguirmi. Si erano fermati davanti al cartello pensando di tornare indietro verso il Frejus ma li ho rassicurati dicendo che si poteva passare.

Salgo al lago del Moncenisio, al contrario del Galibier c’é un paesaggio irreale. Ci sono le nuvole basse, quasi nebbia e fa freddo. Ma la cosa piú incredibile é la strada che é totalmente deserta, non c’é nessuno!  O meglio, quasi deserta, vista la tranquillitá una marmotta decide di attraversare la statale proprio mentre sto passando e ci spaventiamo tutti e due (e soprattutto ringrazio San Brembo) ma entrambi poi continuiamo felici il nostro giro.

Alla ex frontiera francese mi trovo di nuovo davanti alla strada sbarrata e ad altri motociclisti, questa volta tedeschi, che non sanno cosa fare. A loro é stato detto che la strada é impraticabile e tornano indietro. Io decido di continuare e andare a vedere.

Dopo 3 km di nuovo la strada sbarrata, passo l’ostacolo e mi trovo di fronte fiume di pecore che stanno salendo verso il Moncenisio, posso solo fermarmi ed aspettare contando le pecore.

Proseguo. Finalmente arrivo a Bar Cenisio (luogo della frana) dove scopro che non si puó passare. Durante la giornata i motociclisti hanno forzato un pó troppo la mano e le forze dell’ordine hanno deciso di porre rimedio chiudendo il piccolo passaggio che era stato creato.

E adesso?

C’é chi dice di tornare indietro, chi dice di prendere un sentiero sterrato che tanto con la mia moto ce la faccio, chi dice (con buon senso) che basta aspettare e che prima o poi gli operari che stanno rimettendo a posto la strada se ne andranno ed allora non ci saranno piú problemi. E intanto arrivano gli Scozzesi che si sono fidati di me.

Aspettiamo, parlo con gli operai e mi dicono chiaramente che loro se ne stanno andando e che dopo possiamo passare. Il loro problema é che non possono lavorare mentre le moto gli passano sulla testa, come dargli torto?

Dopo un pó se ne vanno, spostiamo il tronco che sbarrava la strada ed arriva un gruppo di motociclisti che si trova il lavoro giá fatto, beati loro. In qualche modo si passa, chi ha l’enduro é sicuramente avvantaggiato ma alla fine le moto riescono tutte a passare e possiamo finalmente tornare in Italia (soprattutto non dover tornare indietro per prendere il Frejus o ripassare da Briancon).

Torno a casa che sono oramai le 8, tempo di vedere la partita degli Europei che purtroppo perdiamo ai rigori, ma é stata sicuramente una bellissima giornata.

Ecco la mappa del giro, con arrivo e partenza da Susa, per un totale di 209 Km.

Link google maps : Clicca qui

 

Considerazioni sulla moto dopo il primo girello ?

E’ comoda ma non riposante, secondo me la ruota da 21 stanca sulle strade molto tortuose, sicuramente dovró ritoccare il mio stile di guida e ricordarmi che entrare in curva con il freno davanti tirato é abbastanza impegnativo con questa moto. Consumi ragionevoli, con un pieno ho fatto praticamente 300 Km (e non andando a passeggio) per cui non mi posso lamentare, come assolutamente non mi posso lamentare delle prestazioni del motore, eccezionale.

Punti negativi che ho trovato e che conoscono tutti sono l’eccessivo calore che genera ed un’erogazione non troppo morbida in basso, che non facilita motociclisti con poca esperienza.